Le
Isole Eolie hanno
una storia antica…
La città di Lipari
ha una storia
antica, tanto che si
narra sia stata
edificata da Liparo,
prima della guerra
di Troia; tanto che
si racconta di
Ulisse e che nel suo
peregrinare, vi sia
approdato e abbia
soggiornato alla
corte di Eolo e ne
abbia preso in
moglie la figlia
Telepora. Ma la
storia delle Eolie è
ancora più antica…
I
primi che hanno
raggiunto le Eolie,
si sono insediati
soprattutto
sull'isola più
grande, Lipari,
sull’ altopiano di
Castellano e
successivamente su
un grande spuntone
di pietra lavica
l'attuale Rocca del
Castello, su cui,
per i successivi
millenni, ogni
civiltà succedutasi
ha costruito una
sull'altra le
proprie abitazioni.
Le Isole Eolie
furono popolate,
civiltà
stentinelliana, fin
dagli inizi del IV
millennio A., da
genti provenienti
dalla Sicilia,
attratte dalla
enorme risorsa
economica offerta
dall'ossidiana, che
forse solo da poco
tempo era stata
eruttata dal vulcano
di Monte Pelato.
L'ossidiana vi si
lavorò fin dal
neolitico e la sua
esportazione diede a
Lipari una grande
ricchezza economica.
Verso
il 2500 A., con
l'avvento dell'era
dei metalli il
mercato
dell'ossidiana andò
perdendo molta della
sua importanza, ma
data la sua felice
posizione geografica
Lipari non ne
risentì più di
tanto. Verso la fine
dell'età del bronzo
e l'inizio dell'età
del ferro- 1270 a.C.
circa, Lipari è
invasa da genti
provenienti
dall'Italia, cultura
sub appenninica, a
loro volta cacciata
da altre genti,
sempre provenienti
dall'Italia, i cui
manufatti li fanno
ritenere
appartenenti alla
civiltà 'villanoviana'.
Dopo
alcuni secoli di
decadenza, nella
seconda metà del III.
ed agli inizi del II.
millennio, le isole
Eolie ebbero nuovo
risveglio economico
e civile nell'età
del bronzo a partire
dal XVIII. sec. a.C.
Questo risveglio è
dovuto ai regolari
contatti che si
vennero a stabilire
con i principati
della Grecia
micenea, i quali,
con ardite
navigazioni,
esplorarono mari
occidentali alla
ricerca di quelle
materie prime che
erano necessarie per
la loro potenza e
per la loro
sopravvivenza. Le
isole furono allora
frequentate da genti
micenee di stirpe
eolica, già
saldamente radicate
a Metaponto, per le
quali diventarono
degli avamposti per
il controllo delle
vie commerciali
attraversanti lo
stretto di Messina.
Da queste genti
eoliche le isole
trassero il nome che
ancora conservano.
Nel
corso del XIII. sec.
a.C. s'insediarono
nelle isole,
provenienti dalle
coste della
Campania, genti
ausoniche con le
quali si connetté la
leggenda del re
Liparo, da cui trae
l'attuale nome la
città di Lipari. La
civiltà fu
bruscamente
interrotta nel VIII.
secolo, dalle
continue scorrerie
fenicie ed etrusche.
Solo qualche secolo
dopo, le isole
stremate rivedono un
po' di pace.
Durante la 50.ma
Olimpiade (580-576
a.C.) Lipari fu
colonizzata da un
gruppo di Greci di
stirpe dorica,
provenienti da Cnido
e Rodi, superstiti
di un infelice
tentativo di fondare
una colonia sul sito
dell'attuale
Marsala. I nuovi
coloni si trovarono
innanzi tutto nella
necessità di
difendersi dalle
incursioni degli
Etruschi. Dovettero
quindi allestire una
potente flotta, con
la quale riportarono
contro di loro
grandi vittorie,
assicurandosi la
supremazia sul mare.
Con il ricavo del
bottino conquistato
eressero, nel
Santuario di Apollo,
a Delfi, splendidi
monumenti votivi (in
complesso oltre
quaranta statue di
bronzo), dei cui
basamenti restano
ancora
testimonianze.
Nel
264 A., allo scoppio
della prima guerra
punica, Lipari è
alleata con i
Cartaginesi e deve
quindi subire i
ripetuti attacchi
della flotta romana.
Soltanto nel 252
a.C. il console
romano Caio Aurelio
la sottometterà a
Roma.
In occasione della
guerra civile, è
conquistata tra il
37 e 36 a.c. da
Ottaviano contro
Sesto Pompeo, ed i
partigiani di Pompeo
sono esiliati in
Campania. L'isola
riprese a prosperare
ed entrò nell'orbita
di Siracusa e poi di
Roma, che valorizzò
Lipari anche come
stazione termale.
Caduto l'Impero
Romano le isole
attraversano un
periodo di
desolazione. La
dominazione
bizantina accentuò
tale decadenza.
L'occupazione araba
dal 827 al 1061
coincise con
un’ulteriore fase di
decadenza.
Dopo un lungo ed
oscuro periodo,
sovrastato da
incursioni arabe,
Lipari rifiorì sotto
l'egemonia dei
normanni che
ripopolarono l'isola
e rifortificarono il
suo castello. Sotto
i vessilli del Gran
Conte Ruggero, è
restituita alla fede
cristiana con la
fondazione di un
monastero
benedettino dedicato
a S. Bartolomeo. Nel
1131 è ricostituita
la sede vescovile a
Lipari, prima
suffraganea
all'Arcivescovado di
Messina, quindi per
due secoli al
Vescovado di Patti.
Fino
al 1340 passando
attraverso gli Svevi,
gli Angioini e gli
Aragonesi, le isole
Eolie godettero di
una notevole
prosperità grazie ai
privilegi che i vari
governi andavano
dispensando. Nella
guerra contro gli
Angioini, Lipari
parteggia per questi
e nel 1363 passa
agli Aragonesi. Per
volere di Federico
III è data in feudo
ad Ulfone di
Procida, ma pochi
anni dopo, revocata
per tradimento di
questi, è concessa a
Federico di
Chiaramonte. Nel
1443 entra nei beni
della Corona di
Napoli essendo
regina Giovanna e
per decreto di
Bonifacio IX è
separata dalla
Chiesa di Patti.
Entra a fare parte
del Regno di Napoli.
Un
periodo di
prosperità che
termina poco dopo,
con le incursioni
saracene. Nel 1544
una flotta turca
capitanata da
Ariadeno Barbarossa,
dopo undici giorni
di assedio,
distrusse la città
di Lipari mettendola
a ferro e fuoco e
deportando in
schiavitù circa
8.000 abitanti.
Carlo V la ripopolò,
importando immigrati
spagnoli e campani,
e la riedificò
rafforzandone le
mura. Soltanto nel
1691 gli abitanti
tornarono ad essere
circa 10.000.
Solo con la quasi
scomparsa della
pirateria, verso la
fine dell' 700,
l'abitato tornò ad
espandersi anche nel
piano. Lipari seguì
poi le sorti del
Regno delle Due
Sicile fino ai
tempi nostri.
 |
CULTURE
AND HISTORY |
The history of
the Aeolian
islands
goes back to
about 4.500 B.C
when the first
people reached
these islands,
particularly
Lipari and
Salina.
Originally
coming from
Sicily (Stentinello)
they came to
exploit the
great natural
resource
represented by
the black
volcanic glass -
Obsidian – and
fashioned it
into cutting
blades.
Obsidian, as
pumice a
volcanic
product, was a
very valuable
and sought after
material in the
stone age,
and as there
were only few
occurrences in
the
Mediterranean it
was widely
exported.
Obsidian from
Lipari was found
in Egypt,
Palestine and
Northern
Turkey.
These first
inhabitants, who
mainly pursued
agriculture,
settled on the
plateau of
Castellaro /
Quattropani and
only in the
following
centuries moved
the main
settlement to
the present-day
castle mountain
"Castello" for
strategic
reasons. The
“castle
mountain” is a
lava dome with
steep rocks and
therefore easy
to defend. For
nearly 2.500
years, Obsidian
was an important
commercial
product and its
trade provided
the inhabitants
with great
prosperity.
From now on,
there are
settlements not
only on the
“Castello” but
also on the
plain below,
where a vast
settlement
developed, even
vaster than the
present-day town
of Lipari,
(approximately
3.000 BC.
Culture of
Diana).
As the first
metals appear,
an economic
decline of the
islands occurred
little by
little.
Corresponding
with the end of
the
stone age
on the Aeolian
Islands –
(Culture of
Piano Quartara /
Panarea).
However, the
strategic
position of the
islands again
helped to
achieve a great
economic upswing
in
the
Bronze Age. Not
only Lipari, but
also the smaller
islands are now
inhabited,
except Vulcano.
From here it was
possibile to
control the
trade routes
through the
Straits of
Messina leading
north, mainly
metal trade.
At that time,
about 2.200 BC,
a new population
invaded the
Islands, the
so-called
„Aeolians“
with
origins in the
north-east of
Greece, from
which the
islands take
their name and
still bear.
Following the
shipping routes
along Southern
Italy (Apulia)
they landed here
and settled
down. From this
time date the
numerous remains
of the large
settlements, not
only on Lipari
but also on
Filicudi (Capo
Graziano
culture) and on
Panarea (Capo
Milazzese
culture).
About 1270 BC
the islands are
taken over by
the first italic
peoples, their
leader "Liparos"
was the son of
the king of the
Ausonians and
with his
followers,
he sought to
conquer new
countries. After
they had
expelled the
population of
the smaller
islands, they
then finally
settled on the
largest of the
Aeolian Islands,
LIPARI.
The legend tells
that one of the
daughters of
Liparos married
a man called
Äiolus. This
Aeolus, King of
the Island Eolia
was the one who
gave hospitality
to Ulysses and
offered him a
valuable gift: a
leather hose in
wich all those
winds were
locked that were
impeding Ulysses
to reach his way
home. Aeolus was
known as the one
who controls and
commands the
winds, a gift
given to him by
the Gods. (see
the Odyssey)
Bronze is not
only used
anymore to
manufacture arms
and jewelry, but
also household
goods (pots,
jugs etc.) but
it still remains
a very valuable
exchange
material. During
the excavations
on the Castello,
a large vase was
found with over
70kg of bronze
fragments, the
largest hoard
ever found in
Italy. (Ausonio
I and Ausonio
II) About 900 /
850 BC.
a violent
destruction
occurred and it
seems that only
few inhabitants
survived.
Only 300 years
later, a new
city, the Greek
Lipàra, is
founded again on
the Castello by
Cnidians:
At the time of
the 50.
Olympiad in 580
/ 576 BC after
unsuccesful
attempts to
found new
colonies in
Sicily they
reached Lipari
and were
welcomed by the
few inhabitants
who called
themselves
descendants of
God Aeolus.
On the Castello
rises the sacred
Acropolis of the
greek
Lipàra, in
votive pits and
sanctuaries many
ritual offerings
were found, up
to now over
3.000 tombs with
gravegoods were
found. All these
finds testify
the importance
and prosperity
of the town. The
Liparians
carried out a
kind of
collective form
of economic
activity:
cultivating the
land in common
or the defense
of the town, all
activities were
equally divided
and everybody
contributed to
the social
wealth of the
community.
In constant
rivalry with the
Etruscans for
the domination
of the Lower
Tyrrhenian Sea,
with alternating
fortunes, they
achieved some
very important
victories and
part of the
booty was used
for donations
for the Apollo
sanctuary in
Delphi
(approximately
40 bronze
statues)
The Greek Lipàra
existed until
251 BC.
when it
was attacked by
the Romans
during the I.
punic war and
fell. Lipari at
that time was an
important naval
base for the
Carthaginians.
During the Roman
time, for the
first time
Lipari had to
pay taxes and
falls into a
rather modest
economic
situation.
In 183 BC.
an
underwater
eruption forms
the last of the
islands:
Vulcanello!
Since about 1550
joined to the
main island
Vulcano.
In the course of
the following
centuries,
Lipari is
invaded or
controlled by
Byzantine,
Arabs, Normans
and Spaniards.
The islands
undergo the same
history as
Sicily. Except a
few events, some
very disastrous
as the attack of
the Tunesian
pirate Kaireddin
Barbarossa, who
almost
completely
destroyed Lipari
in the year 1544
and imprisoned
over 8000
inhabitants.
After this
ferocious
attack, Emperor
Charles V., not
only Emperor of
the Holy Roman
Empire but also
King of Spain
and consequently
of Sicily,
ordered to
rebuild the
fortress on the
castle mountain
and until today
it keeps the
imposing
aspect.
At the end of
the 18th
cent.
parts of
the Castello are
used as prison
by the Bourbons,
who now
possessed the
islands. The
same happens
during the
fascist time
under Mussolini.
Today, the
Castello is the
cultural center
of the islands:
The
Archaeological
Museum,
excavation
areas, the
cathedral and
several
churches, a
small park with
an open air
theatre can be
visited and
experienced.
 |
KULTUR UND GESCHICHTE |
Die
Geschichte der
Äolischen Inseln
geht
weit zurück, bis in
die Mitte des 5. Jt.
v. Cr. als die
ersten Menschen
diese Inseln
erreichten. Sie
kamen hierher um das
schwarze vulkanische
Glas – Obsidian –
abzubauen und zu
verarbeiten.
Obsidian, wie der
Bimsstein ein
vulkanisches
Produkt, war ein
sehr wertvolles und
gefragtes Material
in der Steinzeit und
es gab nur wenige
Vorkommen im
Mittelmeer. Es wurde
vor allem als
Schneideklingen
gehandelt. Obsidian
von Lipari wurde in
Ägypten, Palästina
und der nördlichen
Türkei gefunden.
Diese
ersten Einwohner,
die hauptsächlich
der Landwirtschaft
nachgehen, siedeln
anfangs auf der
Hochebene von
Castellaro/Quattropani
und erst in den
darauf folgenden
Jahrhunderten
verlegen sie aus
strategischen
Gründen die
Hauptansiedlung auf
den heutigen
Burgberg „Castello“
genannt. Dieser
Burgberg ist ein
Lavadom mit steil
abfallenden
Felswänden und daher
leicht zu
verteidigen. Für
nahezu 2500 Jahre
war der Obsidian ein
wichtiges
Handelsmaterial, das
den Einwohnern zu
großem Reichtum
verhalf. Siedlungen
gibt es jetzt nicht
nur auf dem Castello
sondern auch in der
darunter liegenden
Ebene – sogar noch
ausgedehnter als die
heutige moderne
Stadt Lipari. (ca.
3000 v. Chr. Kultur
von Diana) Als die
ersten Metalle
erschienen, kam es
nach und nach zu
einem
wirtschaftlichen
Niedergang der
Inseln. (Ende der
Steinzeit auf den
Aeolischen Inseln –
Cultura Piano
Quartara / Panarea).
Doch
ihre strategische
Lage verhalf den
Inseln auch in der
Bronzezeit wieder zu
einem großen
wirtschaftlichen
Aufschwung. Neben
Lipari sind jetzt
auch die kleineren
Inseln bewohnt,
ausgenommen Vulcano.
Handelswege durch
die Strasse von
Messina nach Norden
führen automatisch
an diesen Inseln
vorbei (Import von
Zinn). Zu jener Zeit
ließ sich die
Völkergruppe hier
nieder, die den
Inseln ihren Namen
hinterlassen hat,
die Äolier, (ca.
2200 v. Chr.)
Ursprünglich aus dem
Norden Griechenlands
kommend, erreichten
sie den
Schifffahrts- und
Handelswegen folgend
über Süditalien
(Apulien) die
Inseln. Aus dieser
Zeit stammen die
zahlreichen
Überreste von
größeren
Ansiedlungen nicht
nur auf Lipari,
sondern auch auf
Filicudi (Capo
Graziano Kultur) und
auf Panarea (Capo
Milazzese Kultur).
Um
ca. 1270 v. Chr.
werden die Inseln
von den ersten
italischen Stämmen
übernommen. Ihr
Anführer „Liparos“
war der Sohn des
Königs der Ausonier
und mit seinen
Gefolgsleuten suchte
er neues Land zu
erobern. Nachdem sie
die Bevölkerung der
kleineren Inseln
vertrieben hatten,
ließen sie sich dann
endgültig auf der
größten der
Äolischen Inseln,
LIPARI, nieder, die
auch heute noch
seinen Namen trägt.
Die
Legende erzählt,
dass eine der
Tochter des Liparos
einen Mann Namens
Äolus heiratete.
Dieser Äolus, König
der Insel Eolia war
derjenige der
Odysseus
gastfreundlich
aufgenommen und ihm
auch ein wertvolles
Gastgeschenk gemacht
hat: einen
Lederschlauch in dem
alle Winde
eingesperrt waren,
die Odysseus den Weg
in die Heimat
erschwerten. Äolus
war als Herr der
Winde bekannt, in
der Lage sie zu
kontrollieren und zu
befehlen, eine Gabe
die ihm die Götter
verliehen hatten.
Bronze wird jetzt
nicht mehr nur noch
zur Herstellung von
Waffen und Schmuck
benutzt, sondern
auch zur Herstellung
von Hausrat (Töpfe,
Krüge etc). Aber es
bleibt ein sehr
wertvolles
Tauschmaterial. Bei
den Ausgrabungen auf
dem Castello wurde
ein einzigartiger
Fund getätigt: Zum
Vorschein kam ein
Tonkrug mit über
70kg Bronze! Der
bisher größte Fund
in Italien. (Ausonio
I und Ausonio II)
bis ca 850 v. Chr.
als Lipari und alle
anderen Siedlungen
aus bisher
unbekannten Gründen
zerstört wurden und
nur wenige Einwohner
überlebten.
Erst
300 Jahre später
wird auf dem
Castello wieder eine
neue Stadt
aufgebaut, das
griechische Lipàra
Ungefähr 580 v. Chr.
– während der 50.
Olympiade – landete
auf Lipari eine
Gruppe von
griechischen
Auswanderern, von
Knidos und Rhodos
kommend, die
erfolglos versuchten
neue Kolonien in
Sizilien zu gründen,
ihr Anführer
Pentathlos kam dabei
um. Auf dem Rückweg
über den Norden
Siziliens kamen sie
an den Inseln vorbei
und wurden freudig
von den wenigen
Einwohnern, die sich
als Nachkommen von
Äolus
bezeichneten,
empfangen. Eine neue
Siedlung wird
gegründet und der
Burgberg wird jetzt
zur Akropolis.
Opferstätten für
Aiolus und
Hephaistos werden
errichtet. Aber auch
der Kult des
Dionysos hat eine
sehr große
Gefolgschaft,
Dionysos wurde als
Gott des Weines, der
Trunkenheit aber
auch als Gott der
Theaterwelt verehrt.
Eine
etwas eigenartige
Verfassung wird
aufgestellt: ein
Teil der Bevölkerung
kümmert sich um die
Landwirtschaft und
das Wohl der
Bevölkerung, der
andere um die
Verteidigung. Diese
Aufgaben werden
immer wieder im
Laufe der Jahre neu
aufgeteilt. Es
wurden große Siege
im Seekrieg gegen
die Etrusker erzielt
und ein Teil der
Beute dazu verwendet
große Weihgaben für
das Apollo Heiligtum
in Delphi zu stiften
(ca. 40
Bronzestatuen)
Die
griechische Stadt
Lipàra bleibt
bestehen bis 251 v.
Chr. als sie während
des 1. punischen
Krieges von den
Römern angegriffen
und eingenommen
wird. Lipari war zu
der Zeit auf der
Seite der Karthager
und für diese ein
wichtiger
Flottenstützpunkt.
Während der
römischen Zeit muss
Lipari zum ersten
Male „Steuern“
zahlen, ein Zehntel
aller
landwirtschaftlichen
Einnahmen geht an
Rom.
Im
Jahre 183 v. Chr.
entsteht die letzte
Insel des Archipels:
Vulcanello!
Im
Laufe der folgenden
Jahrhunderte wird
Lipari von
Byzantinern,
Arabern, Normannen
und Spaniern
beherrscht.
Die
Inseln folgen somit
der Geschichte
Siziliens, bis auf
einige wenige
Ereignisse, wie z.B.
der verheerende
Angriff des
tunesischen Piraten
Kaireddin
Barbarossa, der im
Jahre 1544 die Stadt
Lipari fast
vollständig
zerstörte und über
8000 Einwohner als
Gefangene
verschleppte. Nach
diesem Angriff wird
auf Befehl von
Kaiser Karl V.
,nicht nur Kaiser
des Hl. Römischen
Reiches, sondern
auch König von
Spanien und somit
Siziliens, die
Festung auf dem
Burgberg wieder
aufgebaut und hat
bis heute ihr
mächtiges Aussehen
behalten.
Zuerst von den
Bourbonen im 18. –
19. Jh und dann auch
zur Zeit des
Faschismus wird die
Anlage auf dem
Castello als
„Gefängnis“ genutzt.
Heute
ist dort das
kulturelle Zentrum:
Museum,
Ausgrabungsstätten,
ein nach gebautes
„griechisches“
Theater im
Archäologischen
Park, die Kathedrale
und mehrere Kirchen
sind dort zu
besichtigen und zu
erleben.
L'unica
testimonianza della
costruzione
originale è data da
una serie di
capitelli del
chiostro, i quali si
distinguono in due
gruppi:
Il
primo gruppo
presenta un ornato
vario di tipo
fogliaceo-geometrico;
il secondo soggetti
figurati di valore
simbolico-religioso
con tipologie
decorative
costituite
prevalentemente da
immagini di animali.
L'interno, barocco a
pianta basilicale, è
diviso in tre
navate, affrescate
con scene tratte da
episodi del Vecchio
Testamento. Le
cinquecentesche
opere superstiti
sono collocabili
nell'ambito della
pittura manieristica
che diramandosi
dalla corrente
tosco-romana si
congiunge con i
coevi fenomeni
napoletani e
siciliani. Tra
queste opere,
notevole è la tela
di S. Caterina
d'Alessandria: la
Santa, rappresentata
a figura intera con
gli angeli
reggicorona, è
strutturata in un
rigido e arcaico
schematismo di
matrice popolare e
devozionale.
Nel braccio sinistro
del transetto si
trova la tavola
raffigurante la
Madonna del Rosario
del primo Seicento.
Sull'altare dedicato
a San Bartolomeo è
sita una statua del
santo, di pregiata
fattura d'argento,
risalente al 1728.
La mensa è composta
di un paliotto
centrale ligneo
dipinto come finto
marmo in rosso e
verde. In rilievo
due stemmi dorati e
motivi floreali. Ai
lati del paliotto, i
due pilastri esterni
sono decorati a
tarsie con motivi
geometrici e
fitomorfi e due
grandi stemmi
vescovili. L'altare
è databile al
diciottesimo secolo
per la ricchezza del
tessuto cromatico,
legato alla
tradizione dei
marmorari messinesi
e palermitani del
600 e del primo
'700. La sacrestia
custodisce, infine,
i pregevoli Armadi
dell’ 700.
Nelle
formelle a tarsie
ritornano i motivi
della grande pittura
settecentesca nelle
invenzioni di
delicati accordi
cromatici creati da
una tecnica
raffinata. Nelle
colonne sembrano
ripresi i motivi
decorativi
dell'Oratorio della
Pace del 1790,
distrutto nel 1908.
Opere
come questa rivelano
la presenza e la
circolazione nei
cantieri di progetti
e disegni molto
diffusi in Sicilia e
ben noti, come
quelli di altissima
qualità di Giacomo
Amato (1643-1714) o
di Nicolò Palma (XVIII.
secolo).
Agli
inizi del XIX.
secolo Lipari
divenne lo scalo
obbligato di
parecchie linee
marittime. Questo
stato di cose
contribuì ad un
grande sviluppo
economico delle
Eolie, basti pensare
che nel 1891 gli
abitanti superarono
le 20.000 unità
Momenti difficili
vennero con la
filossera che
provocò la
distruzione di
numerosi vigneti ed
una generale crisi
economica che
provocò
l'emigrazione di
quasi il 50% degli
abitanti delle
isole.fino al 1861,
anno cui risale
l'attuale facciata.
 |
DIE
KATHEDRALE |
Mit
Säulengang des
Normannischen
Klosters (Chiostro
Normanno)
Das
Christentum wurde
auf Lipari schon im
1. Jh. eingeführt.
Zum ersten Mal wird
ein Bischof
namentlich im Jahre
254 erwähnt (Agathone).Der
erste ursprüngliche
Bischofssitz war
eine kleine
Holzkirche in der
Gegend S.Anna –
Chiesetta di S.
Bartolo di Legno.
Ungefähr im 6.
Jh.
verlegt man den
Bischofssitz und
Kirche auf die
Akropolis, dort wo
bisher die
Haupttempel aus
griechischer sowie
römischer Zeit
waren.
Bei
einem Angriff der
Araber im Jahre 838
wird diese
vollkommen zerstört.
Einen Bischof gibt
es jetzt auch nicht
mehr auf Lipari, bis
um
1080, unter der
Herrschaft der
Normannen, man mit
dem Bau eines
Benediktinerklosters
mit Kirche beginnt.
– Abt Ambrosius -
Ein neuer Bischof
kommt nach Lipari
wieder im Jahre
1130.
Von
diesem
Benediktinerkloster
ist z. T. nur noch
der Innenhof
vorhanden. Die
Säulen und Kapitelle
die man hier
bewundern kann
stammen fast
ausschließlich aus
Material z. T aus
griechischer,
römischer und
byzantinischer Zeit,
welches an Ort und
Stelle gefunden und
beim Bau des
Klosters wieder
verwertet wurde. -
Die Reste dieses
Innenhofes wurden
restauriert und 1995
zur Besichtigung
frei gegeben.
Ende
1400 – Anfang 1500
wird eine Kathedrale
anstelle der
normannischen Kirche
gebaut, mit nur
einem Zentralschiff
und großartig
dekoriertem
Holzgewölbe. Diese
wird bei dem
verheerenden Angriff
auf die Stadt Lipari
durch den
berüchtigten Piraten
Kairedin Barbarossa
im Jahre 1544
vollkommen zerstört.
Aber es vergehen
keine 20 Jahre und
man beginnt mit dem
Wiederaufbau,
anfangs mit
einfacher Holzdecke.
Davon ist aber heute
nur noch ein kleiner
Teil zu sehen, wie
die kleine
Taufkapelle mit
Taufbecken von ca.
1640, durch welche
man in die Überreste
des Innenhofes mit
Säulengang des
ehemaligen
Benediktinerklosters
gelangt.
1772
werden die beiden
Seitenschiffe und
der Glockenturm dazu
gebaut, 1850 die
Vorderfront, aber
schon 10 Jahre
danach durch einen
Blitzeinschlag
zerstört und
wiederum neu gebaut
wird. Die
wunderschöne
Deckenmalerei wurde
um 1750 ausgeführt.
Wie auch die großen
Gemälde, die sich
entlang der
Seitenschiffe
befinden, wurde sie
von bekannten Malern
aus Sizilien
angefertigt. Die
große Silberstatue
des heil.
Bartholomäus,
Schutzpatron der
Insel, wurde um 1720
angefertigt wie das
Chorgestühl und die
wunderschönen
Wandschränke der
Sakristei, leider
nicht immer zu
besichtigen.
Außerdem befindet
sich in der
Kathedrale auch ein
wunderschönes
Madonnenbild aus der
Schule des Antonello
da Messina – Ende
15.
Jh.
A
Lipari, la rocca
nota come il
Castello, è
un’imponente cupola
di lava vulcanica
che si protende nel
mare innalzandosi
fino ad un'altezza
di circa cinquanta
metri. Formatosi
meno di 40000 anni
fa, il Castello
sorge al centro di
un'ampia baia sulla
costa orientale di
Lipari, tra le due
insenature di Marina
Lunga a Nord,
delimitata dal Monte
Rosa, e Marina Corta
a Sud, ancora oggi i
migliori approdi
dell'isola.
La rocca è
circondata tutto
intorno da alte
balze verticali,
inaccessibili, e
presenta alla
sommità una
superficie
abbastanza
pianeggiante. Grazie
alla sua
conformazione, essa
ha da sempre
costituito una vera
e propria fortezza
naturale, offrendo
fin dall'antichità
una sede sicura agli
abitanti che vi si
stabilivano quando
vi era necessità di
difendersi dal
pericolo di
incursioni nemiche;
nei periodi di
tranquillità,
l'abitato si è
esteso anche nella
piana sottostante,
ovvero nell'area
della città attuale.
Così, con alterne
vicende, il Castello
di Lipari è stato
abitato a partire
dall'età neolitica
(circa 6000 anni fa)
fino al nostro
secolo. Le
testimonianze degli
insediamenti di ogni
età si sono
sovrapposte man mano
a quelle dei periodi
precedenti creando
un notevole
innalzamento del
terreno. Gli scavi
archeologici,
condotti da Luigi
Bernabò Brea e da
Madeleine Cavalier a
partire dagli anni
’50, hanno, infatti,
portato alla luce
una successione di
strati alta più di
10 metri dovuta alla
sovrapposizione dei
resti degli abitati
che si sono
succeduti, resti ben
conservati anche
grazie all'accumulo
delle polveri emesse
dai vulcani vicini e
trasportate dal
vento. All’interno
del Parco
Archeologico sono
visibili i resti
delle capanne
dell’età del Bronzo,
su quattro livelli
sovrapposti, e
quelli delle
strutture di età
greca e romana (il
bothros di Eolo
datato all’età della
fondazione greca di
Lipari nel 580 a.C.
e i resti
dell’impianto urbano
del II sec. a. C.).
Oggi il Castello
rappresenta il
centro della vita
culturale delle
Isole Eolie, animato
dalla presenza
giornaliera di molti
visitatori che
possono ripercorrere
le tappe della
storia delle isole
attraverso la
visione degli scavi
archeologici, dei
padiglioni del Museo
Archeologico, delle
chiese principali (XVI.
- XVIII. Secolo),
tra cui la
cattedrale dedicata
a San Bartolomeo con
l’annesso chiostro
di fondazione
normanna (XII.
secolo), e delle
mura di
fortificazione.
Le mura che oggi
cingono il Castello
furono fatte
costruire da Carlo V
verso il 1560, dopo
la distruzione della
città operata dal
pirata tunisino
Kairedin Barbarossa
nel 1544. Sul lato
Nord, proprio dove
si trova l’accesso
alla rocca, le mura
hanno inglobato una
torre di età
normanna. In questa,
a sua volta, si
trova inserita una
torre di età greca (IV
secolo a.C.), coeva
all’ampia cinta
muraria costruita in
blocchi squadrati di
pietra locale, oggi
visibile all’interno
del parco
archeologico della
Contrada Diana,
nell’area
sottostante il
Castello.
Das
Archäologische
Museum von Lipari
1954 von Luigi
Bernabò Brea und
Madeleine Cavalier
gegründet,
dokumentiert und
illustriert mittels
umfassender
Ausstellung von
Fundstücken die
menschlichen
Ansiedlungen und die
Entwicklung der
aufeinander
folgenden Kulturen
im Äolischen
Archipel, von der
Vorgeschichte
(Mittlere
Jungsteinzeit) bis
zur Schwelle des
modernen Zeitalters.
Das
Museum selbst
befindet sich auf
dem Burgberg
„Castello“ und ist
in verschiedenen
Gebäuden
untergebracht:
In
einem Gebäude neben
der Kathedrale,
ehemaliger
Bischofspalast,
erbaut im 18. Jh.
auf den Trümmern des
1544 von dem
tunesischen Piraten
Kaireddin Barbarossa
zerstörten
Normannischen
Klosters ist das
Ausgrabungsmaterial
der Vorgeschichte
von Lipari
untergebracht. Man
verfolgt hier in
chronologischer
Reihenfolge die
Entwicklung der
verschiedenen
Kulturen die sich im
Laufe der
Jahrtausende auf der
Insel niedergelassen
haben - von der
mittleren
Jungsteinzeit -
(Kultur von
Castellaro Vecchio –
Ende 5. Jahrtausend
v.Chr) - über die
Kupferzeit bis zum
Ende der Bronzezeit,
ca 850 v. Chr.
Gegenüber der
Abteilung
Vorgeschichte, in
Gebäuden aus dem 14.
und 17. Jh. befindet
sich die
Vulkanologische
Abteilung, benannt
nach dem bekannten
Vulkanologen Alfred
Rittmann, der
gemeinsam mit Luigi
Bernabò Brea Anfang
der sechziger Jahre
diese Ausstellung
ins Leben rief.
Ein
kleines Gebäude
daneben beherbergt
Ausgrabungsstücke
und Fundsachen der
kleineren Inseln
Salina, Filicudi,
Panarea und
Stromboli von der
Jungsteinzeit bis
zur mittleren
Bronzezeit.
Nördlich der
Kathedrale in einem
neueren Gebäude (Ex
Kaserne aus
faschistischer Zeit)
ist das was man die
so genannte
„Klassische
Abteilung“ benannte:
Es beherbergt auch
einige Funde aus
Milazzo wie z. B
eine
Einäscherungs-Nekropole
in der Art
“Früh-Villanova”
(12. Jh.
wahrscheinlich
Anfang 11. Jh. v.Chr)
Eine
getreu
wiederaufgebaute
Nekropole des
Ausonio II, (ca 1100
v.Chr.) die bei
Arbeiten im Zentrum
von Lipari entdeckt
wurde. Von der
Nekropole der
Contrada Diana sind
die Sarkophage aus
Stein und
Terrakotta, Vasen
die Grabbeigaben
enthielten oder als
Asche-Urnen dienten,
beschriftete
Grabstelen und
Steine.
Im 1.
Obergeschoss: Eine
reiche Ansammlung
von Grabbeigaben der
griechischen
Nekropole von Diana
– wunderschöne
Krater (Weinkruge)
verschiedene Arten
von Vasen,
Terrakottafiguren,
Bronzegegenstände.
Sakrale Terrakotten
vom Heiligtum der
Contrada Diana
(Statuetten,
Tontäfelchen,
Büsten, Blumen,
usw.) Aber vor allem
findet man hier wohl
die wichtigste und
umfangreichste
Sammlung von kleinen
Theatermasken und
Statuetten aus der
Theaterwelt, Masken
der antiken
Tragödie, des
Satyrspieles sowie
der “Komödie der
Mitte”, Masken der
“Neuen Komödie”
sowie Goldschmuck
und Münzen. Sehr
schön ist auch die
Mehrfarbig bemalte
Keramik des “Malers
von Lipari”
einzigartig
weltweit!
Im 2.
Obergeschoss: Lipari
nach der Zerstörung
durch die Römer 252
v.Chr.
Mittelalter und die
Renaissance bis zur
heutigen Zeit
Eine
sehr interessante
Abteilung
„Unterwasserarchäologie“
befindet sich im
Erdgeschoss:
Bisher wurden
Ladungen von
ungefähr 20
versunkenen Schiffen
geborgen
Die
Besichtigung beginnt
am Eingang links, im
Uhrzeigersinn: mit
der ältesten,
geborgenen
Schiffsladung im
westlichen
Mittelmeer
Es
folgen Ladungen von
Wracks, von Panarea,
einer
Hafenschutthalde am
Fuße des Monte Rosa
/ Lipari, Filicudi,
Capistello, an der
Süd-Ost Küste von
Lipari,
Im
Zentrum des Raumes:
aufgebaut eine große
Pyramide mit
Amphoren eines
Wracks vom Kap
Graziano / Filicudi
Weiterhin:,
Bronzemünzen aus der
römischen Zeit
(kleine Barren)
glasierte Keramik
aus dem späten
Mittelalter von den
Formiche / Panarea.
Bronze
Kanonen
aus dem
Spanisch-französischen
Krieg anf. 18. Jh.
-
Regione Sicilia,
Beni culturali: Il
Museo Archeologico
Regionale Eoliano
Luigi Bernabo Brea
di Lipari
Museo
civico di Lingua - Santa Marina Salina - Isola di Salina
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